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VIAGGIO AMICI #17:
MARCO DOLFIN

La nostra rubrica #VIAGGIOAMICI oggi vi racconta la storia di un grande medico.

“Mi arrabbio quando i risultati non sono quelli che vorrei, ma il giorno dopo ricomincio e mi fisso un nuovo obiettivo. E vado avanti”.

Marco Dolfin è un chirurgo, papà e nuotatore, rappresentate della nazionale italiana alle Paralimpiadi di Rio 2016.

Era ottobre 2011 quando un incidente in moto, lo costringe a vivere su una carrozzina.
Voi ora direte ” ovviamente il suo lavoro ha smesso di praticarlo”, ” come può operare una persona che vive su una carrozzina?”
Invece Marco è una delle ennesime dimostrazioni, che quando la determinazione e la forza sono forti, ci si può “rialzare”.

Oggi Marco, che si definisce ” con la testa dura”, e con una passione oltre ogni limite per il suo lavoro, con una famiglia splendida famiglia accanto, non ha smesso di operare.
Ogni giorno si reca all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino e grazie ad un esoscheletro, una sorta di carrozzina elettronica verticalizzabile, che lo tiene in piedi davanti al tavolo operatorio che lo sostiene, non smette di praticare ciò per cui è nato fare. Salvare la vita a qualcuno.
A progettarla è stato Alessio Ariagno dell’Officina ortopedica Maria Edelaide di Torino, che ha pensato ad ogni esigenza di Marco, anche alla possibilità di muoverla in modo autonomo e in condizioni di sterilità, tutto questo attraverso un joystick che Dolfin muove con il gomito, mentre le mani operano.
Marco racconta il periodo post incidente come un periodo per nulla facile, “all’inizio non è stato facile da accettare.

La prima volta che sono uscito dall’Unità spinale della Città della Salute di Torino è stato un trauma”, ricorda. “Mi guardavo intorno e per la prima volta ho realizzato che niente poteva essere più come prima” confessa.
Aggiunge “Mi sono cucito addosso una nuova normalità, so che ci sono degli ostacoli. E ci sono giorni in cui la carrozzina pesa più di altri. Ma provo a costruirmi una vita attorno.

Mi arrabbio quando i risultati non sono quelli che vorrei, ma il giorno dopo ricomincio e mi fisso un nuovo obiettivo. E vado avanti”.

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